Questa è cetara, un piccolo e prezioso borgo di pescatori di circa 2000 abitanti, in provincia di salerno.
potete trovarla subito dopo vietri sul mare, proprio all’inizio della costiera amalfitana.
Io sono Alì cola, per gli amici colÀ, e vi racconterò una storia divertente e allo stesso tempo interessante!
sono nato qui e ho sempre vissuto tra le reti dei pescatori.
il profumo dei limoni e il sapore del sale marino…
… l’odore del mare e il continuo parlare delle onde… mmmhhh… Sì, amo questo posto….
… fatto di sole, cielo e mare.
Se al sole e al sale, due ingredienti meravigliosi, …
… aggiungete le favolose alici del golfo di salerno…
… mettete insieme gli ingredienti del prodotto che ha reso cetara famosa nel mondo.
sto parlando di lei… l’indiscussa protagonista di piatti semplici ma dal sapore unico e inconfondibile… che sanno di sale, di sole e di mare.
cari ragazzi, ecco a voi la colatura di alici di cetara, una vera stella tra i prodotti culinari!
È un liquido ambrato dall’odore intenso, dal sapore deciso, e dalle caratteristiche nutrizionali uniche: sembra che il sole e il mare Vi abbiano stillato un po’ della loro forza.
Infatti è ricca di omega 3, acidi grassi buoni per le arterie, e di sodio, ma anche di altri minerali importanti come magnesio, potassio, iodio, ferro e calcio.
È in grado di dare vigore a qualunque piatto di verdure e si sposa con la pasta in modo meraviglioso…
… al punto che lo spaghetto alla colatura di alici, da piatto povero della tradizione…
… È diventato il cavallo di battaglia di importanti chef che fanno innovazione in cucina, riscoprendo prodotti e sapori tradizionali.
alcuni storici della cucina sono convinti che l’antenato della colatura di alici sia addirittura il ‘garum’…
… una salsa a base di pesce molto densa che gli antichi romani mettevano un po’ dappertutto, una tesi affascinante, ma io voglio raccontarvi un’altra storia.
nel lontano medioevo, l’odierna cava de’ tirreni componeva un’unica amministrazione con vietri sul mare e cetara. i monaci dell’abbazia benedettina della ss. trinità…
… con le loro barche, trasportavano frumento e ortaggi da immagazzinare nella dispensa. d’estate andavano a pescare le alici…
… che, private di testa e interiora, conservavano in botti di legno chiamate ‘mbuosti’.
Le botti venivano coperte con un grande masso chiamato ‘tompagno’.
il peso del ‘tompagno’ faceva sì che il liquido in eccesso, depositandosi sul fondo del barile, fuoriuscisse attraverso le doghe scollate…
… colando sul pavimento.
Così un giorno…
… uno dei frati ebbe l’idea di raccogliere il liquido in un catino, tenendo sollevate le botti…
… in modo da lasciare il pavimento asciutto, svuotando poi il catino nell’orto.
ma frate ciro, che stava consumando un pasto, invitò frate adelmo ad unirsi agli altri per mangiare…
… distraendolo dal suo lavoro.
così frate adelmo scivolò proprio su un’alice…
… riversando la colatura sul tavolo di frate ciro.
…
frate adelmo si scusò tanto, ma frate ciro gli confessò che quel liquido aveva dato sapore alla sua insalata…
… invitandolo ad assaggiarla.
questa è la storia che si racconta qui… magari non è andata proprio così, ma, di fatto, i monaci accortisi del gusto che la colatura dava a qualunque piatto…
… cominciarono a farne dono ai conventi vicini. oggi la vera colatura di alici viene prodotta in modo artigianale, …
… proprio come una volta, e gode del riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) della campania: il suo gusto è apprezzato proprio ovunque!
insomma, la colatura di alici è un vero eroe della salute, con tutte le sue proprietà nutritive conferitegli dal sole, dal mare e dal tradizionale e naturale processo di produzione.
Ragazzi vi invito a visitare cetara e ad assaggiare un piatto di spaghetti alla coltura di alici! nutritevi di bellezza e prodotti autentici: acquisirete i superpoteri! ciaooo…